2016/2013 (pittura disegni)














115,8x81,4cm



81,4x115,5cm



80x100cm



108,5x68cm



100x59,5cm



96,5x79cm



30x20,5cm




38x30cm





86x140cm


140x86cm




140x86cm




140x86cm









Esercizio su de Chirico/Haring. 
Tecnica mista su pasta legno. 80x60cm. 2016




































Esercizio su Malevich. 
Olio, Ø 60cm. 2016.


































Maggio 2016, mostra SpazioMantegna, Milano:

"Mi piace, di Mattia Di Rosa, la grazia visionaria, dove convergono esperienze disparate che raggiungono un’originalità di grande forza espressiva e di leggerezza nei modi. La sua pittura parla di piccoli spostamenti dell’anima e di piccole intemperie quotidiane dove il segno si aggroviglia in piccoli spazi che, con la complicità delle macchie, donano quell’intensità che fa grande il suo progetto artistico. Mattia interprete della solitudine, sa bene, da libero pensatore, quanto basti il calore di un colore per rendere solare e persino animato il sentimento la cui importanza è assoluta. Sono opere che si espandono compatte e sicure e svelano nella leggerezza il precario equilibrio con cui riescono a farsi strada in una fitta rete di indizi, spazi costruiti e ricostruiti, dove in un apparente caos emergono timide emozioni che rendono molto bene l’inquietudine dell’attimo prima del cambiamento di stato d’animo. Sono lavori dai passaggi cromatici raffinati che la tensione lirica trasforma in piccoli mondi, dove l’intensità di una carezza rende l’esistenza lieve. Mattia, un solitario che conosce il bene di rendere, con la sua pittura, meno soli."
Luca Rendina (artista, collezionista, curatore di mostre).

"Mattia Di Rosa, il pittore dell’inconscio. 
Immagini aeree, forme misteriose e impalpabili, un tocco delicato ma intenso, colori essenziali e sfumati. Sono le ultime opere di Mattia Di Rosa, pittore e designer massese dal talento eclettico, capace di dar voce alle emozioni più sottili."
Maria Elisa Campanini (psicologa clinica, floriterapeuta).


... Interessante il lavoro di Mattia Di Rosa che sembra la reificazione di misteriose tracce mnemoniche che si riversano sulla carta sotto forma di formule leggere ed imprevedibili, appunti di infinite storie, quasi dei “doodle” che aiutano a pensare e concentrarsi, orientandoci in un mondo al limite dell’onirico. Un’apparente casualità, quella del lavoro di Di Rosa...

 Reificazione è un concetto filosofico che può avere diversi significati, benché le varie accezioni presentino analogie. Il concetto viene usato per lo più in senso critico-descrittivo, al fine di evidenziare l’influenza del modo di produzione capitalistico sulla vita delle persone e sulla loro capacità di reagire a tale potere. Dal latino res (al genitivo rei), cioè cosa + facere cioè fare, reificazione può essere ‘tradotto’ come “far diventare oggetto”, “rendere cosa”. (Wikipedia)( Doodle    Scarabocchi :) 


























Disegni dipinti, Officina Coviello 2015. 
Piccoli paesaggi spaziali, descrizioni abbozzate, macchinari di alchimia. Nel disegno il cervello è collegato alla mano, la guida e la spinge verso quella parte di sé che non conosce ma prova a immaginare. «Com’era?» chiede la mano, «così!» risponde «o forse così?». In questo modo nasce un dialogo, un cammino dentro la pagina che solo il disegno sa scrivere. Prima della pittura e del timbro, prima della forma e della descrizione c’è questo annaspare. Provare e riprovare a sbagliare, a interpretare quello che il cervello dice alla mano. In questo dire la mano stessa cresce diventa il disegno che ancora non capisce ma vede, diviene la traccia da seguire. La mano si educa e dichiara l’obbedienza dello strumento verso il suo ideatore.
Michelangelo Coviello, 







"Esercizio su Mirò."
Acrilico, olio e matita su carta. 70x46cm. 2015.









"Prototipo"
Acrilico e matita su carta. 76x56cm. 2015

































"Ciao, io sono Kandinskij." 
Acrilico, spray e matita su legno. 108,5 x 68cm. 2015.